Il Patronato per l’assistenza ai lavoratori
Contestualmente alla nascita delle ACLI, il Segretario Generale Giulio Pastore ha il compito di mettere in piedi tutto il progetto organizzativo: circoli, nuclei aziendali, categorie. È tutta sua l’impostazione delle attività di assistenza ai lavoratori con la costituzione del Patronato, che lo ebbe come primo presidente e a cui si deve l’impianto dello statuto, rimasto pressoché invariato fino ad oggi, rivelando la modernità della sua ispirazione. Il Patronato è la struttura operativa promossa dalle ACLI con il compito di “garantire l’assistenza sociale ai lavoratori nel contenzioso previdenziale di ogni genere e in tutti i rapporti con la pubblica amministrazione”; per essere vicino ai lavoratori in ogni momento, all’insegna di una concreta solidarietà cristiana e sociale.
Per questo il Patronato si estende rapidamente con sedi in quasi tutte le provincie italiane dando prova di una efficienza che lo caratterizzerà fino ai nostri giorni. Le ACLI, con il Patronato, accompagnano i lavoratori italiani anche nei paesi di emigrazione, dove l’associazione costituisce una fitta rete di “sportelli” e di solidarietà. Solidarietà che si esprime nel quotidiano e anche in occasione di grandi tragedie, come quella avvenuta nell’agosto 1956 nella miniera di carbone di Marcinelle in Belgio, dove morirono 136 minatori nostri connazionali. Questo tragico evento porta all’attenzione dell’intero Paese e dell’Europa il sacrificio di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, le proprie case e talvolta la famiglia in cerca di un lavoro.
Per i lavoratori all’estero le ACLI sono state sempre un importante punto di riferimento e di aiuto soprattutto dove le istituzioni non riuscivano ad arrivare.
Una presenza e un impegno che arriva fino ai nostri giorni.
Nel 2005, l’anno della nascita della previdenza complementare in Italia, il Patronato si mobilita per informare i cittadini sulle importanti novità che si preannunciano nel campo del lavoro e del sistema pensionistico, all’insegna dello slogan coniato per l’occasione: “Diritti in piazza”.
Oggi il Patronato è una rete sociale organizzata in Italia e in 22 Stati nel resto del mondo al servizio dei cittadini, soprattutto di coloro che hanno più difficoltà a far valere i propri diritti.
Per una Formazione sociale e professionale
Le ACLI nascono con lo scopo di curare la formazione religiosa, morale e sociale dei lavoratori cristiani all’interno del nuovo sindacato unitario. Esse intuiscono che nell’Italia devastata dalla guerra occorre ripartire dal lavoro, il che significa curare la preparazione culturale e spirituale delle maestranze, oltre a formarle ai mestieri che servono per ricostruire il Paese.
Le ACLI fanno formazione dove e come si può: nei primi circoli, nelle parrocchie, negli edifici dismessi. Ma ben presto si fa strada l’esigenza di rendere queste occasioni di istruzione e formazione più strutturate e articolate, facendo anche ricorso all’apprendistato. Nasce così nel 1947 a Roma l'Ufficio centrale di istruzione professionale che poi, nel 1949, si trasforma in Centro nazionale ACLI istruzione professionale (Cnaip). Nel 1951 prende forma un organismo, con statuto autonomo, denominato Ente nazionale ACLI istruzione professionale (Enaip), il quale offrirà i primi corsi di formazione, che diventeranno per moltissimi giovani e adulti, uomini e donne un’occasione di riscatto sociale.
Le ACLI si definiscono negli anni Cinquanta, tra l’altro, come “Scuola di formazione”, che continueranno a portare avanti su due livelli: sul piano sociale, per dare ai lavoratori una chiara coscienza dei loro diritti, dei doveri e dei valori cristiani a cui si dovevano ispirare; e sul piano professionale, per formare conoscenze, mestieri e professioni su cui il Paese fonderà la ricostruzione della propria economia.
Come ricorda Livio Labor (presidente nazionale dal 1961 al 1969): “Metodi aclisti di formazione sono quelli che educano il cristiano lavoratore ad impegnarsi coerentemente e continuamente nel Movimento dei Lavoratori per il progresso di tutta la società. Educano all’impegno ed all’iniziativa responsabile e solidaristica.”
Nel corso degli anni, la formazione professionale delle ACLI cresce e si sviluppa, si fa portavoce dei cambiamenti in atto nella società e nel lavoro, anticipa alcune tendenze, partecipa al processo politico che porta a importanti riforme nazionali, elabora per primo una proposta formativa unica e identitaria. Negli anni Ottanta si fa strada l’idea che la formazione professionale debba maggiormente collegarsi al territorio e si avvia così la regionalizzazione delle attività con lo sviluppo degli Enaip regionali, che ancora oggi in alcune aree del paese rappresentano centri di eccellenza.
Gli anni Novanta e i primi anni del Duemila si distinguono per una decisa spinta verso l’innovazione tecnologica e i primi passi verso l’Europa, che coinvolge anche il modo di fare formazione professionale. Nascono le prime reti di partenariato transnazionale, si realizzano le prime sperimentazioni in e-learning e si definiscono i progetti di qualificazione europea.
Da alcuni anni, le ACLI hanno inaugurato la nuova scuola nazionale di formazione intestandola a Livio Labor. Essa si propone di formare quadri dirigenti, responsabili organizzativi, animatori di comunità, valorizzando il patrimonio di elaborazione e di buone pratiche della ACLI nella formazione dei lavoratori.