Le Acli fedeli al lavoro

di Carlo Felice Casula, Alberto Scarpitti, Simone Cittadini

Le ACLI nascono dall’idea del loro fondatore Achille Grandi per curare la formazione religiosa, morale e sociale dei lavoratori cristiani, contribuendo a salvaguardare la specificità e il patrimonio del cattolicesimo sociale all’interno del sindacato unitario, sempre al fianco della classe operaia e contadina in virtù del loro radicamento nelle città e nelle campagne; in un Paese che andava rapidamente industrializzandosi e dove accanto alle tradizionali figure professionali ne andavano nascendo delle nuove.

Proprio per la promozione e la difesa dei lavoratori e delle lavoratrici le ACLI si sono sempre trovate dentro tutte le battaglie politiche, sindacali e sociali che hanno interessato il Paese dal 1945 ad oggi.

Al fianco di tutti i lavoratori. Sia quelli dei campi, che ottennero la promulgazione della riforma agraria nel 1950; sia quelli emigrati all’estero che poterono contare sulla stessa fitta rete di assistenza sociale costituita dal Patronato ACLI in tutte le province italiane; sia quelli che lavoravano in fabbrica e nelle aziende, con il varo dello Statuto dei lavoratori del 1970, che vide tra i protagonisti il vice-presidente Vittorio Pozzar.

Al fianco di tutte le lavoratrici. Fu grazie all’impegno delle ACLI che le domestiche videro riconosciuto il loro status di collaboratrici familiari, con la possibilità di crescere professionalmente grazie alla formazione professionale, ambito in cui le ACLI hanno sempre speso grandi energie, costituendo un proprio Ente di istruzione professionale: l’Enaip.

Negli anni Ottanta, epoca delle grandi ristrutturazioni industriali e di diffusa disoccupazione, le ACLI lanciarono l’iniziativa “Movimento per l’offerta del primo lavoro”, creando uno strumento di formazione, di informazione, di impegno sociale e di impiego soprattutto per i più giovani.

Un impegno proseguito negli anni a cavallo del 2000, quando con i propri convegni di studio le ACLI iniziano ad analizzare i nuovi fenomeni e le sfide che si prospettano per la società del nuovo millennio; per arrivare ai giorni nostri, in cui il Paese è profondamente cambiato, diventando a sua volta terra di immigrazione. Le ACLI si propongono così di elaborare un nuovo modello di cittadinanza, che sia più adeguata e rispettosa dei diritti e delle nuove aspettative di garanzia sociale dei lavoratori, precari, delle donne, dei giovani, delle famiglie e degli immigrati.

A cura di

Carlo Felice Casula, Prof emerito di storia contemporanea, Università Roma Tre;
Alberto Scarpitti, responsabile Archivio Storico Acli nazionali
Simone Cittadini, Archivio Storico Acli nazionali

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