Mercoledì, 24 Maggio 2023 15:03

Che affare la guerra

Un vecchio film del 1974 diretto e interpretato da un grande Alberto Sordi intitolato “Finché c’è guerra c’è speranza” narrava, fra il serio (molto) e il faceto (altrettanto) la storia di un commerciante di armi la cui famiglia accetta la apparente vergogna di avere un capofamiglia “mercante di morte” pur di salvaguardare il dispendioso tenore di vita conquistato proprio grazie al lucroso commercio delle armi.

Sono passati 50 anni e mai un titolo come quello è stato attuale per chi le armi da sempre le produce e le commercializza in tutto il mondo. (Con l’Italia e le aziende italiane-per inciso- ai vertici delle classifiche mondiali). Lo sa bene Papa Francesco, che non perde occasione, specie da quando è scoppiata la guerra in Ucraina a seguito dell’invasione russa, per denunciare i “mercanti di morte” come una vera piaga che infetta l’umanità. E dunque in Vaticano non può che avere provocato un sussulto di sgomento la lettura dell’ultimo rapporto sulla spesa militare nel mondo pubblicato dal Sipri, l’Istituto di ricerche sulla pace, sede a Stoccolma, senza alcun dubbio la massima autorità mondiale in materia.

Già, perché raggiungendo la stratosferica cifra di 2240miliardi di dollari, proprio grazie alla guerra russo-ucraina, la spesa mondiale per armamenti nel 2022 è addirittura esplosa. Gli Stati europei hanno speso più di quanto facessero ai tempi della guerra fredda, il 30% in più rispetto a dieci anni fa.

Bisogna leggere il rapporto pensando alle immagini di guerra e distruzione che giungono appunto dall’Ucraina o dagli altri teatri di guerra per non restare travolti dal profluvio di cifre che narrano di un settore dell’economia-e quindi anche con l’occupazione e il benessere prodotti nel mondo protetto dei commercianti-in crescita. E che crescita, partendo dal campione assoluto, gli Stati Uniti, il più grande investitore militare del mondo ove la spesa militare ha raggiunto nel 2022 gli 877 miliardi di dollari, (di questi circa 29 andati in aiuti all’Ucraina) pari al 39% della spesa globale e tre volte superiore a quanto speso dalla Cina, (292 miliardi) il secondo paese che spende di più al mondo. La Russia, per restare ai principali attori del momento ha speso “solo” 86,4 miliardi di dollari e l’Ucraina 44 miliardi con la spesa militare che ha raggiunto il 34% del Pil dal 3,2% che era nel 2021.

In Europa grande crescita delle spese militari in Finlandia (­+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%), Polonia (+11%). E l’Italia? Nel 2022 ha speso 24,4 miliardi, l’1,37% del Pil, cifra inferiore all’obiettivo del 2% cui ci richiamano continuamente Stati Uniti e Nato e che ci siamo impegnati a raggiungere. Intanto per 2023 è previsto un incremento di spesa di 800 milioni di cui 700 per nuovi armamenti.

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Maggio 2023 15:04

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