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Martedì, 21 Febbraio 2023 21:22

LE TRE FEDELTÀ

È una lunga storia quella delle Acli, che dal 1945 ha attraversato il XX e il XXI secolo e ha coinvolto e coinvolge milioni di uomini e donne operosamente impegnati nei vari ambiti della vita sociale e politica, rimanendo sempre fedeli alla classe lavoratrice, alla democrazia e alla Chiesa, secondo quelle tre fedeltà enunciate dall’allora Presidente nazionale Penazzato, in occasione delle celebrazioni per il decennale delle Acli il 1° maggio 1955:

“Il seme gettato dieci anni fa da pochi uomini, ma nella ispirazione di un grande insegnamento, è cresciuto, si è ingigantito: oggi afferma a piena voce la propria forza. Una triplice fedeltà guida ed illumina il nostro impegno di oggi e di sempre: fedeltà alla classe lavoratrice, che ci è facile, che è naturale, perché siamo lavoratori […], è la fedeltà alle lotte di ieri e ai sacrifici di coloro che ci hanno preceduto […]. La fedeltà alla democrazia del nostro paese, come la strada che consente ogni sviluppo e garantisce il progresso nella dignità […]. La fedeltà alla Chiesa, una fedeltà dolce e forte che accompagna tutta la nostra vita. È la fedeltà gioiosa che libera e promuove, che rende potente anche la pochezza e sicuro il cammino di là da ogni incertezza: la splendida fedeltà nella verità […]”

Fedeltà alle quali le Acli non hanno mai rinunciato e che sono alla base del loro impegno passato e presente.

Le Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani sono ancora oggi “dentro” i cambiamenti e le trasformazioni della società. Attraverso una rete di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche contribuiscono a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia, promuovendo la cittadinanza e la pace, il lavoro e la giustizia, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, in particolare quanti si trovano in condizione di difficoltà.

Contestualmente alla nascita delle ACLI, il Segretario Generale Giulio Pastore ha il compito di mettere in piedi tutto il progetto organizzativo: circoli, nuclei aziendali, categorie. È tutta sua l’impostazione delle attività di assistenza ai lavoratori con la costituzione del Patronato, che lo ebbe come primo presidente e a cui si deve l’impianto dello statuto, rimasto pressoché invariato fino ad oggi, rivelando la modernità della sua ispirazione. Il Patronato è la struttura operativa promossa dalle ACLI con il compito di “garantire l’assistenza sociale ai lavoratori nel contenzioso previdenziale di ogni genere e in tutti i rapporti con la pubblica amministrazione”; per essere vicino ai lavoratori in ogni momento, all’insegna di una concreta solidarietà cristiana e sociale.

Per questo il Patronato si estende rapidamente con sedi in quasi tutte le provincie italiane dando prova di una efficienza che lo caratterizzerà fino ai nostri giorni. Le ACLI, con il Patronato, accompagnano i lavoratori italiani anche nei paesi di emigrazione, dove l’associazione costituisce una fitta rete di “sportelli” e di solidarietà. Solidarietà che si esprime nel quotidiano e anche in occasione di grandi tragedie, come quella avvenuta nell’agosto 1956 nella miniera di carbone di Marcinelle in Belgio, dove morirono 136 minatori nostri connazionali. Questo tragico evento porta all’attenzione dell’intero Paese e dell’Europa il sacrificio di chi è costretto ad abbandonare la propria terra, le proprie case e talvolta la famiglia in cerca di un lavoro.

Per i lavoratori all’estero le ACLI sono state sempre un importante punto di riferimento e di aiuto soprattutto dove le istituzioni non riuscivano ad arrivare.

Una presenza e un impegno che arriva fino ai nostri giorni.

Nel 2005, l’anno della nascita della previdenza complementare in Italia, il Patronato si mobilita per informare i cittadini sulle importanti novità che si preannunciano nel campo del lavoro e del sistema pensionistico, all’insegna dello slogan coniato per l’occasione: “Diritti in piazza”.

Oggi il Patronato è una rete sociale organizzata in Italia e in 22 Stati nel resto del mondo al servizio dei cittadini, soprattutto di coloro che hanno più difficoltà a far valere i propri diritti.

Sabato, 21 Gennaio 2023 20:30

Per una Formazione sociale e professionale

Le ACLI nascono con lo scopo di curare la formazione religiosa, morale e sociale dei lavoratori cristiani all’interno del nuovo sindacato unitario. Esse intuiscono che nell’Italia devastata dalla guerra occorre ripartire dal lavoro, il che significa curare la preparazione culturale e spirituale delle maestranze, oltre a formarle ai mestieri che servono per ricostruire il Paese.

Le ACLI fanno formazione dove e come si può: nei primi circoli, nelle parrocchie, negli edifici dismessi. Ma ben presto si fa strada l’esigenza di rendere queste occasioni di istruzione e formazione più strutturate e articolate, facendo anche ricorso all’apprendistato. Nasce così nel 1947 a Roma l'Ufficio centrale di istruzione professionale che poi, nel 1949, si trasforma in Centro nazionale ACLI istruzione professionale (Cnaip). Nel 1951 prende forma un organismo, con statuto autonomo, denominato Ente nazionale ACLI istruzione professionale (Enaip), il quale offrirà i primi corsi di formazione, che diventeranno per moltissimi giovani e adulti, uomini e donne un’occasione di riscatto sociale.

Le ACLI si definiscono negli anni Cinquanta, tra l’altro, come “Scuola di formazione”, che continueranno a portare avanti su due livelli: sul piano sociale, per dare ai lavoratori una chiara coscienza dei loro diritti, dei doveri e dei valori cristiani a cui si dovevano ispirare; e sul piano professionale, per formare conoscenze, mestieri e professioni su cui il Paese fonderà la ricostruzione della propria economia.

Come ricorda Livio Labor (presidente nazionale dal 1961 al 1969): “Metodi aclisti di formazione sono quelli che educano il cristiano lavoratore ad impegnarsi coerentemente e continuamente nel Movimento dei Lavoratori per il progresso di tutta la società. Educano all’impegno ed all’iniziativa responsabile e solidaristica.”

Nel corso degli anni, la formazione professionale delle ACLI cresce e si sviluppa, si fa portavoce dei cambiamenti in atto nella società e nel lavoro, anticipa alcune tendenze, partecipa al processo politico che porta a importanti riforme nazionali, elabora per primo una proposta formativa unica e identitaria. Negli anni Ottanta si fa strada l’idea che la formazione professionale debba maggiormente collegarsi al territorio e si avvia così la regionalizzazione delle attività con lo sviluppo degli Enaip regionali, che ancora oggi in alcune aree del paese rappresentano centri di eccellenza.

Gli anni Novanta e i primi anni del Duemila si distinguono per una decisa spinta verso l’innovazione tecnologica e i primi passi verso l’Europa, che coinvolge anche il modo di fare formazione professionale. Nascono le prime reti di partenariato transnazionale, si realizzano le prime sperimentazioni in e-learning e si definiscono i progetti di qualificazione europea.

Da alcuni anni, le ACLI hanno inaugurato la nuova scuola nazionale di formazione intestandola a Livio Labor. Essa si propone di formare quadri dirigenti, responsabili organizzativi, animatori di comunità, valorizzando il patrimonio di elaborazione e di buone pratiche della ACLI nella formazione dei lavoratori.

Negli anni ‘70 più della metà dei redditi degli italiani derivava dal lavoro dipendente. Adesso non è più così, sebbene la percentuale di Pil prodotta dai redditi da lavoro sia in ripresa dal minimo storico raggiunto a inizio millennio. Questo fenomeno non è circoscritto all’Italia: anche negli altri Paesi si è verificata nello stesso periodo una diminuzione della quota del totale dei redditi che va al lavoro (dipendente).

Quando si faranno i conti finali del 2022 scopriremo che l’Italia ha perso altri 200 mila abitanti, o appena poco meno. Il calo della popolazione sta assumendo caratteri preoccupanti, anche perché questa tendenza si accompagna a un invecchiamento progressivo, e dunque a una riduzione della popolazione in età da lavoro.

“A causare la povertà non è tanto l’assenza di beni e di opportunità, ma la loro iniqua distribuzione”. Durante il viaggio apostolico nella Repubblica del Congo, Papa Francesco ha incontrato alcuni rappresentanti di opere caritative, e ha pronunciato un discorso che non riguarda di certo soltanto l’Africa.

Martedì, 27 Dicembre 2022 14:46

Come donare

E’ possibile contribuire alla realizzazione delle attività di approfondimento politico e culturale della Fondazione, sia manifestando la propria disponibilità a collaborare con la Fondazione, sia dando un contributo economico alle attività di ricerca, riflessione, analisi della Fondazione stessa.

Il contributo può essere dato nella forma del 5x1000 al momento di compilare la dichiarazione dei redditi, oppure attraverso un bonifico bancario:

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Martedì, 27 Dicembre 2022 14:39

organi della fondazione

Presidente: Santino Scirè.

Membri: Francesco Prina, Lidia Borzì, Raffaele Morese, Lorenzo Gaiani, Luisa Corazza, Franco Siddi, Claudio Sardo, Mimmo Lucà, Paolo Petracca.

Coordinatore attività Fondazione: Alberto Scarpitti.

Martedì, 27 Dicembre 2022 14:38

Mission

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Venerdì, 02 Dicembre 2022 12:54

Regolamento

Accesso:

L’accesso alla Biblioteca/Archivio Storico delle Acli – all’interno del Palazzo Achille Grandi sito in via Giuseppe Marcora, 18/20 – è libero e gratuito per tutti i cittadini italiani e stranieri che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età.

Per accedere ai servizi l’utente deve presentare un documento di identificazione, compilare e sottoscrivere il modulo di accesso alla consultazione.

Consultazione:

La sala di consultazione sarà aperta dal lunedì al venerdì con il seguente orario:

  • lunedì-giovedì 9.00-16.00, venerdì 9.00-13.00

Si consiglia la prenotazione da inoltrare via mail all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Norme per la riproduzione di documenti:

La biblioteca dispone di un servizio di riproduzione tramite fotocopiatura. Le fotocopie saranno eseguite dal personale addetto. Per le fotocopie è previsto un rimborso spese (euro 0.10 per formato A4; euro 0.20 per formato A3).

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Il mancato rispetto delle suddette norme è perseguibile a termini di legge, ai sensi del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 (pubblicato nella GU, n. 45, 24 feb. 2004).

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