Laburismo comunitario sostenibile

Di Francesco Prina

LABURISMO COMUNITARIO SOSTENIBILE
Per un’Europa soggetto politico di pace.

 

“Fedeltà alla democrazia significa presenza attiva          
nelle sue vicende, capacità di iniziativa e di cogliere
i mutamenti, farsi soggetto attivo dei processi”…                    
In memoria di Giovanni Bianchi
(+24 Luglio 2017)

 

Il dibattito tra liberali, laburisti e moderati, in questi ultimi decenni ha generato azioni politiche contraddittorie nel tentativo di rinnovare la Politica.

Nel contempo, in questa fase post ideologica, il confronto tra la visione neoliberista e laburista della società è stato un tentativo non ben riuscito per ritrovare un quadro ideale a cui ispirare la nuova politica riformista.

Un “Laburismo Comunitario Sostenibile” ispirato alle encicliche di Papa Francesco: “Laudato sì” e “Fratelli tutti”, può essere la visione lunga di una nuova Politica riformista.

 Non si vuole contrapporre la società allo stato, come ha fatto il neoliberismo vincente dagli ultimi decenni del secolo scorso sino ai giorni nostri con lo slogan:“meno stato più società”.

Diversamente, riconosciamo sia la programmazione-regolazione virtuosa dello stato, sia l’intraprendenza dell’economia sociale di mercato, valorizzando nel contempo le Comunità e i lavoratori per far vivere e rifiorire la democrazia, la società e l’ambiente.

Quando tutti si sentono protagonisti di una comunità, ognuno opera attivamente per migliorarne la vita sociale della quale si sente parte.

Se rimaniamo dentro ai canoni della politica tradizionale, rischiamo di ridurre il cittadino a mero lavoratore, consumatore, elettore e fruitore dei servizi di welfare. Con la conseguente mancanza di legami forti c’è il rischio che il desiderio di appartenenza venga attratto dalle illusioni e manipolazioni dei consumisti, dei sovranisti e dei populisti. La visione “Laburista Comunitaria Sostenibile” nelle società democratiche, pone in primo piano la persona e la esorta ad assumere protagonismo del proprio ed altrui futuro.

È in questo quadro che il lavoro può ritrovare il suo senso compiuto e rilanciare il movimento dei lavoratori come forza trainante di una società più coesa e solidale. (Art. 1 Costituzione)

Nello scenario generale del mutamento climatico, dalle nefaste conseguenze ambientali, questo progetto assume in sè l’impegno di praticare “l’Ecologia Integrale” e ritiene inscindibile lo stile di vita personale, la democrazia economica circolare con la questione sociale. È una nuova visione, che ritrova e riconosce nella radice umana l’attuale crisi ecologica. E di conseguenza, prende coscienza del limite della sola visione immanente nel concepire la dimensione umana. Il nuovo compito della ricerca politica oggi è andare oltre le vetuste ideologie per assumere una “lunga” visione trascendente della realtà come forte motivazione e base su cui progettare laicamente un nuovo umanesimo. È questo il “cambiamento d’epoca” che ci viene richiesto e di cui dobbiamo prendere coscienza.

Il terzo millennio è iniziato con grandi drammi e una grande speranza. Al di là dei singoli eventi, il compito che i viventi si sono assegnati è una vita improntata sulla “sostenibilità”. Il significato di questa parola, ha in se una proiezione d’ infinito, (di “forever”) una tensione per andare oltre il finito. Consapevoli che per l’umano, andare oltre il definito vuol dire misurarsi col mistero, col trascendente, con l’essere coscienti che non bastiamo a noi stessi. La scienza e la tecnica, sono molto utili per l’umanità ma non possono dare tutte le risposte ai suoi bisogni e interrogativi.

Il creato ci offre grandi ricchezze da custodire, di cui laicamente ci serviamo. Il nostro compito è quello di trasformarle e ordinarle in modo sostenibile, appunto, “per sempre”.

I nostri nuovi paradigmi ecologici, sociali ed economici, devono trovare le fondamenta in una visione trascendente della realtà. E solo una spiritualità laica che sappia guardare lontano, può restituirci il senso perduto di un rinnovato impegno Politico.

Più che sommatoria di soggetti politici, L’Europa, forte soggetto Politico è Il nuovo cantiere aperto per le attuali e future generazioni. Solo così potrà mutare il diritto internazionale e determinare nuovi scenari di pace nel mondo.

“Il tutto è superiore alla parte” è la presa di coscienza personale e comunitaria non più rinviabile.

I responsabili della politica e delle istituzioni hanno il dovere e la cogente responsabilità di “un salto oltre l’ostacolo”: accelerare il processo unitario e federale dell’Unione Europea.

“L’Unità prevale sul conflitto” è il principio guida delle scelte politiche Europee, superando ogni interesse nazionalista dei singoli stati. Sono i dati struggenti dello scenario planetario che lo richiedono: tra qualche decennio, ne la Germania e tantomeno l’Italia saranno ancora tra i primi dieci paesi più sviluppati al mondo, e la loro singola popolazione non supererà l’1% di quella globale. Solo l’Europa politicamente unita potrà interagire con gli altri continenti per determinare un futuro mondiale prospero, socialmente equo ed ecologicamente sostenibile.

Il nostro progetto inizia dal territorio, dalle reti primarie di comunità fino ad arrivare alla dimensione Europea e planetaria. Ai vari livelli si promuove l’importanza delle relazioni umane nell’organizzazione di tutte le attività economiche, sociali, ecologiche: una politica Laburista Comunitaria Sostenibile.

Tuttavia, un attuale sano realismo, rileva una società occidentale sempre più individualizzata. Gradualmente dagli anni 80’ del secolo scorso, in occidente, corriamo il pericolo di perdere progressivamente il senso comune diffuso del Lavoro e della Comunità.

È anche per questo processo culturale che ai vari livelli istituzionali, la politica non riesce più a dialogare con la stragrande moltitudine dei cittadini in modo ragionato ed approfondito.

Il processo di disintermediazione, attuati dal populismo politico di tutti i colori e aiutato da un uso distorto dei moderni social, aumenta un pericoloso individualismo supponente ed arrogante. Contemporaneamente, nelle nostre città i luoghi di comunità sono diminuiti a favore di spazi massivi anonimi ed a prevalenza di rapporti economici.( sempre più centri commerciali, fast food ecc... a scapito dei circoli cooperativi e ricreativi, degli oratori e delle parrocchie che progressivamente sono accorpate o vengono chiuse).

Molte volte, troppe volte, nel vivere quotidiano, ci si trova sempre più soli e precari in una massa individualizzata ma con il cellulare in mano...

Sono convinto però che l’individualismo di massa abbia raggiunto il suo apice e che inizi a riemergere la voglia di costruire relazioni comunitarie che affiancate dal lavoro (un lavoro più stabile) sappiano ridare qualità alla vita sociale.

Questa visione politica si realizza con la partecipazione attiva dei cittadini nei luoghi vitali della sua prossimità. Il Bene Comune praticato sul proprio territorio e supportato da adeguati iter formativi personali e di comunità, potranno far comprendere più facilmente i vantaggi della globalizzazione e della cooperazione tra i popoli, apprezzando la fatica della democrazia rappresentativa.

Nell’attuazione del “Laburismo Comunitario Sostenibile”, troviamo la grande scommessa della moderna Politica: il tentativo concreto di realizzare tutti gli obiettivi della Rivoluzione francese: non solo libertà ed uguaglianza, “ma anche” fraternità.

Francesco Prina è componente del Cda della Fondazione A Grandi

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