Affiancare queste due parole può apparire una provocazione, un paradosso. Eppure fa intravedere relazioni importanti da indagare, connessioni vitali, questioni di senso che non si possono trascurare. Nell’immanenza la politica democratica e la crescita civile, che ne è presupposto, rischiano di essere soffocate. Il presente non basta a contenere la libertà della donna e dell’uomo, la loro coscienza, la loro speranza. Non basta a saziare il desiderio di infinito, da cui scaturisce quel principio di non appagamento che ci spinge a costruire.

Non è soltanto una domanda religiosa quella che porta a mettere in relazione la politica e la trascendenza. C’è una dimensione laica, universale in questo binomio che riguarda la persona in quanto persona, le fondamenta stesse della comunità civile e la sua capacità di guidare gli eventi, di farsi protagonista della storia.

Su questi temi è nato un dialogo tra credenti e non, tra credenti di diverse fedi, tra persone che cercano e vogliono parlare di quell’oltre che sta già dentro di noi, mentre si battono contro le diseguaglianze, il sacco del pianeta, le logiche di guerra, i diritti e le libertà negate, le manipolazioni della stessa vita umana. Un primo incontro si è svolto il 12 luglio scorso, nella sede delle Acli. E’ un dialogo che vogliamo proseguire.