La storia delle ACLI

di Alberto Scarpitti

Le Acli nascono nell’estate del 1944, quando la Seconda guerra mondiale sta volgendo al termine e dopo che in giugno era stato creato, con il Patto di Roma, il sindacato unitario.

“Era convincimento di noi tutti che i lavoratori cristiani, pur entrando in una organizzazione sindacale che affermava solennemente di rispettare tutte le opinioni politiche e religiose, avessero bisogno di una organizzazione che li formasse solidamente nella dottrina sociale cristiana” (Achille Grandi).

I nostri padri fondatori hanno pensato l’associazione per essere prima corrente sindacale cristiana, poi movimento sociale dei lavoratori.

Fin dalle origini le Acli si sono state collocate su una delle frontiere più scomode – ma decisive – del dibattito sindacale, sociale e politico contemporaneo, là dove economia e democrazia si confrontano e si scontrano, in quella dimensione fondante dell'esistenza umana e della società che è il lavoro. È qui che la vocazione aclista si è incarnata nella promessa di una triplice fedeltà: alla Chiesa, ai lavoratori, alla democrazia.

Molte cose sono cambiate nel corso di questi decenni, ma le Acli sono state sempre in grado di rigenerarsi e creare nuovi percorsi, rimanendo fedeli ai loro valori.

Oggi le Acli sono una associazione per la promozione sociale, e come tale occupano un ruolo attivo e autorevole nel dibattito interno alla società civile e al mondo del terzo settore. Un’associazione che promuove il lavoro e i lavoratori, educa ed incoraggia alla cittadinanza attiva, difende, aiuta e sostiene i cittadini, in particolare quanti si trovano in condizioni di emarginazione o a rischio di esclusione sociale.

Attraverso una rete diffusa e organizzata di circoli, servizi, imprese, progetti ed associazioni specifiche, le Acli contribuiscono a tessere i legami della società, favorendo forme di partecipazione e di democrazia.

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